Edilio Rusconi

editore, giornalista e scrittore italiano (1916-1996)

Edilio Rusconi (Milano, 11 novembre 1916Milano, 10 luglio 1996) è stato un editore, giornalista, scrittore e produttore cinematografico italiano.

Edilio Rusconi con una copia del settimanale «Oggi»
Piastrella autografata da Rusconi sul muretto di Alassio

Biografia

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Figlio di un orafo, Mario (Milano 1891-1966), Edilio Rusconi prese il nome dal nonno pistoiese[1]. Trascorse parte dell'infanzia a Bruxelles con la famiglia, poi tornò a Milano dove seguì gli studi classici. Nel 1940 si laureò in Lettere all'Università Cattolica con una tesi su Alfredo Panzini, vincendo anche un Littoriale della cultura e dell'arte. Fu scrittore prima di dedicarsi al giornalismo: conobbe Eugenio Montale, Giancarlo Vigorelli, Piero Bargellini e Curzio Malaparte[2]. Nei primi anni quaranta fu critico letterario del settimanale «Settegiorni», edito da Rizzoli. Nel 1942 uscì il suo primo libro, Giorni sul fiume ed altri racconti. Fervente cattolico[1], durante la Resistenza fece parte del gruppo di Edgardo Sogno. Catturato nel 1944 dai tedeschi, fu deportato in Germania e internato. Nel gennaio 1945 riuscì a fuggire dal lager di Dresda e a ritornare in Italia[1].

Nel secondo dopoguerra fu chiamato dall'editore Angelo Rizzoli a dirigere Oggi, un settimanale d'attualità che la casa editrice voleva rilanciare; il settimanale esordì il 25 luglio 1945, prima dei giornali concorrenti e venne da Rusconi portato al successo. Rizzoli aveva proposto il seguente accordo al giornalista: per ogni copia venduta in più del settimanale concorrente L'Europeo gli avrebbe dato mezza lira in regalo. La scommessa fu vinta così largamente che nel 1956 Rizzoli trovò un pretesto per sostituire Rusconi alla direzione[3].

Nel 1954 iniziò l'attività di editore, acquistando con Pietro Paolazzi le testate Gioia e Rakam dall'imprenditore Giuseppe Vismara[4]. Nel novembre 1956 decise di fondare una propria casa editrice, la «Rusconi e Paolazzi». La prima pubblicazione della Rusconi e Paolazzi fu il mensile La lettura (febbraio 1957). A partire dall'agosto 1958 la Rusconi e Paolazzi pubblicò anche la rivista Il Verri, diretta da Luciano Anceschi[5] e dal 1959 al 1961 due collane librarie del Verri stesso ("Biblioteca del Verri" e "Quaderni del Verri"), in cui esordì Giuseppe Pontiggia con La morte in banca (1959)[4]. Parallelamente ai periodici culturali, Rusconi avviò la pubblicazione di un settimanale popolare, Gente, nato nel 1957, di cui mantenne per oltre vent'anni la direzione. Gente ottenne un vasto successo, tale da superare il concorrente Oggi, così come con Oggi Rusconi aveva surclassato nelle vendite l'altro concorrente L'Europeo. Acquistò il «Corriere dello Sport» e fu, per un breve periodo, direttore del quotidiano.

A partire dal 1947 Rusconi fece parte della giuria del premio Bagutta, mentre nel 1962 fondò, con la collaborazione degli industriali del Veneto, il premio Campiello. Rusconi fece parte della giuria fino al 1969. Nel 1964 rilevò il settimanale Eva, che rinominò Eva Express. Nel 1966 decise di terminare la collaborazione con Paolazzi e fondò la «Rusconi Editore» (dal 1968 «Rusconi Editore S.p.A.»). Nel 1969 nacque la Divisione Libri, che Rusconi affidò ad Alfredo Cattabiani prima (1969-1978)[6] e a Raffaele Crovi poi (1978-1980). La casa editrice si impose con opere come Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien, Difesa della luna di Guido Ceronetti, Heliopolis e Eumeswil di Ernst Jünger, nonché Il quinto evangelio di Mario Pomilio; inoltre ebbe successo con le collane saggistiche.

Nel 1971 l'editore milanese siglò un accordo per la vendita degli spazi pubblicitari alla Sipra. L'accordo sorprese il mercato poiché la Sipra era la concessionaria della Rai e non trattava coi privati[7]. Negli anni successivi il catalogo riviste si ampliò con Gente Motori (1972), Il Settimanale (1974-1977), Tuttomoto (1976), Gente Viaggi (1976), Musica Jazz (1981), e altri periodici di successo. Dopo un tentativo, fallito, di entrare nella proprietà del Messaggero nel 1973,[8] nel 1984 Rusconi entrò nel settore dei quotidiani rilevando la proprietà del milanese La Notte.

Nell'agosto 1973 Rusconi fondò la Rusconi Film. La casa produsse quattro lungometraggi, tre dei quali uscirono nel 1974: Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno, diretto da Luciano Salce, Anno uno, diretto da Roberto Rossellini e Gruppo di famiglia in un interno, diretto da Luchino Visconti[9] che vinse il David di Donatello. Nel 1975 produsse il quarto e ultimo film, Bianchi cavalli d'agosto, diretto da Raimondo Del Balzo.

Finita la parentesi cinematografica, nel 1976 Rusconi entrò nel mondo delle esordienti televisioni private lanciando un'emittente a Roma (Quinta Rete) e una al Nord (Antenna Nord, 2 maggio 1977). Furono la base per la creazione di un network di carattere nazionale, che fu costituito nel gennaio 1982 unendo venti emittenti regionali: Italia 1. L'esperienza televisiva di Rusconi si concluse alla fine dello stesso anno, con la cessione del network alla Fininvest di Silvio Berlusconi per 32 miliardi di lire[1].

Nel 1988 Rusconi era il terzo editore italiano[10]. Alle elezioni europee del 1994 si candidò nelle liste del Partito Popolare Italiano nella circoscrizione nord-occidentale. Circa tre settimane prima della consultazione annunciò però il proprio ritiro. Il suo nome rimase comunque nella lista e raccolse circa 10 000 preferenze.

Rusconi morì nel luglio 1996 a 79 anni, lasciando la moglie Luciana e l'unico figlio Alberto.

Nel 1999 Alberto Rusconi vendette la casa editrice al gruppo editoriale francese Hachette che a sua volta lo ha ceduto alla statunitense Hearst Magazines nel 2011 [11], mentre nel 2000 il marchio Rusconi Libri e tutti i relativi titoli a catalogo sono stati ceduti all'editore Caimi, proprietario di RL Gruppo Editoriale.

Prima di dedicarsi a tempo pieno al giornalismo e avviare la sua fortunata carriera imprenditoriale, Rusconi fu uno scrittore. I suoi libri:

  • Giorni sul fiume ed altri racconti (1942, Ed. di Lettere d'oggi)
  • Comune solitudine: Ritratti letterari (1944, Rizzoli)
  • Casamento 84 (1944, Rizzoli)
  • Il cuore e una città (1947, Rizzoli)

Onorificenze

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— 2 giugno 1970
  • Nel 1995 ricevette la Medaglia d'oro per i suoi 50 anni di attività nel giornalismo e nell'editoria.
  1. ^ a b c d Edilio Rusconi, l’intellettuale-editore fuori dal coro, su illibraio.it. URL consultato il 14 giugno 2018.
  2. ^ Gian Carlo Ferretti, Storia dell'editoria letteraria in Italia. 1945-2003, Einaudi, Torino 2004, pag. 141.
  3. ^ Gian Carlo Ferretti, op.cit., pag. 19.
  4. ^ a b RUSCONI, Edilio, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  5. ^ Nel 1962 la rivista fu ceduta alla Feltrinelli.
  6. ^ Così è narrata l'iniziativa da Camillo Langone. Cattabiani. L'epurato delle cause perse, «Il Giornale», 3 novembre 2002: "Nel '69, l'anno dell'autunno caldo, Edilio Rusconi chiama Cattabiani a Milano per dirigere la neonata Rusconi Libri. I nuovi uffici diventano un covo di imperdonabili, sinonimo spesso di insopportabili e importuni: il neo-direttore fa esordire Guido Ceronetti, fa scrivere Cristina Campo, fa collaborare Piero Buscaroli e Paolo Isotta. Per farsi odiare dal mondo basta e avanza l'aver messo in circolazione i nomi citati, ma lui non è ancora pago: vuole danneggiare ulteriormente la propria reputazione e ci riesce benissimo, mettendosi a tradurre Drieu La Rochelle. Nell'Italia degli anni settanta è come infilarsi in una tomba trascinandosi addosso una lastra di marmo".
  7. ^ Gian Luigi Falabrino, Pubblicità serva padrona, Milano, Sole 24 Ore, [1989], seconda edizione 1999, pagg. 121-22.
  8. ^ Alberto Mazzuca, Penne al vetriolo, Bologna, Minerva, 2017, p. 429.
  9. ^ Il quale "accettò che il produttore del film Gruppo di famiglia in un interno fosse un uomo di destra in cerca di rispettabilità culturale come Edilio Rusconi (a chi glielo rimproverava disse, sacrosantamente, che i capitali non sono di sinistra)": così Masolino D'Amico, PERSONAGGI DEL '900. Un leader nato, un perfezionista impossibile da imbrogliare e un mago, La Stampa, 20 marzo 2001.
  10. ^ Gian Luigi Falabrino, Pubblicità serva padrona, op. cit., pag. 112.
  11. ^ [1]
  12. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  13. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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