Corrado III di Svevia

sovrano del Sacro Romano Impero (r. 1138-1152)

Corrado III Hohenstaufen (Bamberga, 1093Bamberga, 15 febbraio 1152) fu duca di Franconia dal 1125 al 1125, e poi anti-re dei Romani dal 1127 e anti-re d'Italia dal 1128; egli rinunciò ai titoli nel 1135 quando si sottomise a Lotario II, ma venne ri-eletto re dei Romani nel 1138, titolo che detenne fino alla morte.

Corrado III di Svevia
Re Corrado III di Svevia. Miniatura dalla Chronica regia Coloniensis, Bruxelles, Biblioteca reale del Belgio, Ms. 467, fol. 64v.
Re dei Romani
Stemma
Stemma
In carica7 marzo 1138 –
15 febbraio 1152
IncoronazioneAquisgrana, 13 marzo 1138
PredecessoreLotario II
SuccessoreFederico I
Anti-re dei Romani
In carica18 dicembre 1127 –
1135
(in opposizione a Lotario II)
Re d'Italia
In carica29 giugno 1128 –
1135
IncoronazioneMilano, 29 giugno 1128[1]
Altri titoliDuca di Franconia
NascitaBamberga, 1093
MorteBamberga, 15 febbraio 1152
Luogo di sepolturaDuomo di Bamberga
DinastiaHohenstaufen
PadreFederico I di Svevia
MadreAgnese di Waiblingen
ConiugiGertrude di Comburg (?)
Gertrude di Sulzbach
Figlida Gertrude di Sulzbach:
Enrico Berengario
Federico di Rothenburg

Biografia

modifica

Era figlio di Federico I di Svevia e di Agnese di Waiblingen. Come duca di Franconia alla morte di Enrico V di Franconia nel 1125 sostenne, senza successo, la candidatura del fratello e duca di Svevia Federico II il Guercio per l'elezione a re dei Romani. Fu invece eletto Lotario II.

In contrapposizione a quest'ultimo fu poi egli stesso eletto re d'Italia nel dicembre 1127 e incoronato a Monza l'anno successivo dall'arcivescovo di Milano Anselmo V Pusterla a sua volta per questo scomunicato da papa Onorio II. Corrado si arrese a Lotario II solo nel 1135. Dopo la morte di Lotario (dicembre 1137), Corrado fu eletto re dei Romani a Coblenza nel marzo 1138, e poco dopo concesse diritto di zecca a tre città del nord Italia, prima a Genova (negli ultimi giorni del medesimo anno, dicembre 1138) e in seguito a Piacenza (1140) e ad Asti (1141).

Nel 1146 Corrado, dopo aver ascoltato Bernardo di Chiaravalle predicare la seconda crociata, partì con Luigi VII per la Terrasanta. Corrado e il suo esercito viaggiarono via terra attraverso l'Ungheria causando distruzioni nei territori bizantini attraversati. Giunsero a Costantinopoli nel dicembre 1147, alla testa delle armate francesi.

Quindi, invece di seguire la costa, dove avrebbe incontrato territori abitati da cristiani, e dove fece transitare molti dei suoi non combattenti, Corrado guidò il suo esercito attraverso l'Anatolia. Nell'ottobre del 1148 le armi cristiane vennero sconfitte dai Turchi a Dorylaeum, nei pressi di Eskişehir. Corrado e molti dei suoi cavalieri scamparono, ma molti dei soldati appiedati furono uccisi o catturati. Corrado più tardi riuscì a raggiungere il regno crociato via mare da Costantinopoli.

Corrado non fu mai incoronato imperatore, e continuò a fregiarsi del titolo di re dei Romani fino alla morte.

Egli stesso designò a succedergli il nipote Federico Barbarossa (figlio di suo fratello, Federico II il Guercio) piuttosto che il proprio figlio, mostrando così che l'ereditarietà degli uffici in linea diretta non si era affermata prima della successione familiare.

Matrimoni e discendenza

modifica

Nel 1136 Corrado sposò Gertrude di Sulzbach (verso il 1114 – 1146), figlia di Berengario II di Sulzbach e di Adelaide di Wolfratshausen. Dalla seconda moglie Corrado ebbe due figli:

Falsa unione

modifica

Verso il 1115, secondo lo storico Hansmartin Decker-Hauff, Corrado sposò, prima di Gertrude di Sulzbach, Gertrude di Comburg († 1130 o 1131), figlia di Enrico, conte di Rothenburg e di Gepa di Mergenthaeim. Questa unione sembra fosse frutto della fantasia dello storico[2]. Essi ebbero:

Non è chiaro se esse furono frutto dell'unione con Gertrude di Sulzbach o se non fossero affatto figlie di Corrado.

Falsi discendenti

modifica

Presunti discendenti di Corrado III con una certa nobile Gerberga, non menzionata nei documenti[2]:

  • Sofia († dopo il 1135/1140) (esistenza incerta) ⚭ Corrado di Pfitzingen (attestato nel 1136/1141);
  • Leopoldo (esistenza incerta);
  • Costantino di Lochgarten, fondò il monastero di Lochgarten nel 1144;
  • Giselberto di Höttingen, fratello e cofondatore del monastero di Lochgarten nel 1144. Egli ebbe una presunta figlia;
    • Petrissa († dopo il 1165), Zensualin del monastero di Lorch; ⚭ Adeldegen, ministeriale episcopale di Bamberga.
  • Ludmilla di Langenberg (esistenza incerta) ⚭ sposò un uomo dal nome sconosciuto di Vellberg.

Ascendenza

modifica
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Federico  
 
 
Federico di Büren  
 
 
 
Federico I di Svevia  
Gerardo I di Egisheim Ugo IV di Nordgau  
 
Edvige di Dabo  
Ildegarda di Egisheim  
? ?  
 
?  
Corrado III di Svevia  
Enrico III del S.R.I. Corrado II del S.R.I.  
 
Gisella di Svevia  
Enrico IV del S.R.I.  
Agnese di Poitou Guglielmo V di Aquitania  
 
Agnese di Borgogna  
Agnese di Waiblingen  
Oddone di Savoia Umberto I di Savoia  
 
Ancilia d'Aosta  
Berta di Savoia  
Adelaide di Susa Olderico Manfredi II  
 
Berta Obertagna  
 
  1. ^ Enciclopedia Treccani
  2. ^ a b Tobias Weller: Die Heiratspolitik des deutschen Hochadels im 12. Jahrhundert. Köln 2004, S. 226, S. 211–220.

Bibliografia

modifica
  • Gerd Althoff, Konrad III. (1138–1152) In: Die deutschen Herrscher des Mittelalters. Historische Portraits von Heinrich I. bis Maximilian I. (919–1519), a cura di Bernd Schneidmüller e Stefan Weinfurter, München 2003, pp. 217–231, ISBN 3-406-50958-4.
  • Wilhelm Bernhardi, Konrad III. Berlin 1975. Ristampa della I ed. dai Jahrbüchern der Deutschen Geschichte (1883)
  • Regesta Imperii IV,1,2. Konrad III. 1138 (1093/94)–1152. Wien 2008.
  • Wolfram Ziegler: König Konrad III. (1138–1152). Hof, Urkunden und Politik. (Forschungen zur Kaiser- und Papstgeschichte des Mittelalters, 26). Wien 2008, ISBN 978-3-205-77647-5

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN18017028 · ISNI (EN0000 0000 8097 6994 · SBN PUVV118709 · BAV 495/138536 · CERL cnp00972548 · LCCN (ENn80128696 · GND (DE118713892 · BNF (FRcb15100807n (data) · J9U (ENHE987007300980105171