Le Amarantacee (Amaranthaceae Juss., 1789) sono una famiglia di angiosperme dell'ordine Caryophyllales[1][2].

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Amaranthaceae
Amaranthus splendens
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
OrdineCaryophyllales
FamigliaAmaranthaceae
Juss., 1789
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineCaryophyllales
FamigliaAmaranthaceae
Sottofamiglie

La famiglia conta più di 2040 specie[3]. Molte di queste sono arbustive, fruticose o erbacee, poche specie formano anche alberi e altre sono rampicanti.

Secondo il sistema di Classificazione APG la famiglia fa parte dell'ordine Caryophyllales; con questa classificazione, nelle Amarantacee sono state fatte confluire anche le specie tradizionalmente classificate all'interno della famiglia delle Chenopodiaceae oggi non più valida.

Le Amarantacee comprendono specie di interesse agrario quali la bietola (Beta vulgaris), la quinoa (Chenopodium quinoa), gli spinaci (Spinacia oleracea).

Descrizione

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Fiore di una Amarantacea (Nitrophila occidentalis)

Nella maggior parte delle specie, le foglie sono semplici, alternate od opposte, ed in alcuni casi succulente o ridotte a squame. Non presentano mai stipole.

I fiori possono essere sia singoli che raggruppati in infiorescenze di vario tipo, e nella maggior parte dei casi bisessuati, provvisti cioè sia di stami che di ovario. Presentano un perigonio per lo più pentamero (talvolta fino a 8 tepali), 5 stami. l'ovario è supero.

I frutti sono nella maggioranza dei casi delle capsule.

Distribuzione e habitat

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Si tratta di una famiglia con distribuzione cosmopolita; sebbene molte delle sue specie siano concentrate nelle regioni a clima tropicale, alcuni generi cone Chenopodium sono diffusi anche nelle zone fredde e temperate.

La maggior parte delle specie delle Amarantacee sono native dell'Africa e dell'America, anche se, come detto, nel complesso la famiglia è distribuita nel mondo intero.

Alcune di queste specie sono considerate piante infestanti, sebbene alcune particolari specie vengano anche coltivate a scopi ornamentali o alimentari, specialmente le specie appartenenti ai generi Alternanthera, Amaranthus, Celosia e Iresine. Altre specie notevoli sono le specie del genere Salsola. Queste ultime, come molte altre appartenenti alla famiglia, sono alofite, crescono cioè in prevalenza in suoli ricchi di sale.

Tassonomia

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Cladogramma delle Amaranthaceae s.l., modificato e semplificato, basato sulle ricerche di Müller & Borsch 2005, Kadereit et al. 2006, Sanchez del-Pino et al. 2009

La classificazione APG colloca la famiglia Amaranthaceae nell'ordine Caryophyllales e include in questo raggruppamento i generi in precedenza attribuiti alle Chenopodiaceae[1].

La monofilia delle Amaranthaceae sensu lato è stata fortemente supportata da analisi morfologiche e filogenetiche.

Gli studi filogenetici hanno classificato i generi delle Chenopodiaceae in otto distinte sottofamiglie: Polycnemoideae[4], Betoideae[5], Camphorosmoideae[6], Chenopodioideae, Corispermoideae, Salicornioideae[7], Salsoloideae[8] e Suaedoideae[9].

In questa classificazione quindi le Amaranthaceae s.l. sono divise in 10 sottofamiglie con circa 180 generi e 2.500 specie.

Bibliografia

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  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ (EN) Amaranthaceae, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 9 settembre 2023.
  3. ^ Maarten J.M. Christenhusz e James W. Byng, The number of known plants species in the world and its annual increase, in Phytotaxa, vol. 261, n. 3, 20 maggio 2016, p. 201, DOI:10.11646/phytotaxa.261.3.1. URL consultato il 13 maggio 2020.
  4. ^ (EN) Rüdiger Masson e Gudrun Kadereit, Phylogeny of Polycnemoideae (Amaranthaceae): Implications for biogeography, character evolution and taxonomy, in TAXON, vol. 62, n. 1, 2013-02, pp. 100-111, DOI:10.1002/tax.621009. URL consultato il 13 maggio 2020.
  5. ^ (EN) Gudrun Kadereit, Sandra Hohmann e Joachim W. Kadereit, A synopsis of Chenopodiaceae subfam. Betoideae and notes on the taxonomy of Beta, in Willdenowia, vol. 36, n. 1, 27 febbraio 2006, pp. 9-19, DOI:10.3372/wi.36.36101. URL consultato il 13 maggio 2020.
  6. ^ (EN) Gudrun Kadereit e Helmut Freitag, Molecular phylogeny of Camphorosmeae (Camphorosmoideae, Chenopodiaceae): Implications for biogeography, evolution of C 4 -photosynthesis and taxonomy, in TAXON, vol. 60, n. 1, 2011-02, pp. 51-78, DOI:10.1002/tax.601006. URL consultato il 13 maggio 2020.
  7. ^ (EN) Gudrun Kadereit, Ladislav Mucina e Helmut Freitag, Phylogeny of Salicornioideae (Chenopodiaceae): diversification, biogeography, and evolutionary trends in leaf and flower morphology, in TAXON, vol. 55, n. 3, 2006-08, pp. 617-642, DOI:10.2307/25065639. URL consultato il 13 maggio 2020.
  8. ^ (EN) Hossein Akhani, Gerald Edwards e Eric H. Roalson, Diversification of the Old World Salsoleae s.l. (Chenopodiaceae): Molecular Phylogenetic Analysis of Nuclear and Chloroplast Data Sets and a Revised Classification, in International Journal of Plant Sciences, vol. 168, n. 6, 2007-07, pp. 931-956, DOI:10.1086/518263. URL consultato il 13 maggio 2020.
  9. ^ P. Sch�tze, H. Freitag e K. Weising, An integrated molecular and morphological study of the subfamily Suaedoideae Ulbr. (Chenopodiaceae), in Plant Systematics and Evolution, vol. 239, n. 3-4, 1º agosto 2003, pp. 257-286, DOI:10.1007/s00606-003-0013-2. URL consultato il 13 maggio 2020.
  10. ^ Position uncertain: phylogenetically isolated, usually included in Betoideae, probably to be classified as a subfamily of its own.

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