Storia di Trapani

Storia della provincia occidentale della Sicilia
Voce principale: Trapani.

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Le origini

Le origini di Trapani affondano nella leggenda. La morfologia peculiare dell'area geografica e la vicinanza con l'elima Eryx ne fecero ben presto un topos letterario piuttosto ricercato.

Mitologia

La mitologia greca vuole che questo territorio fosse governato da Erix, quella romana che la città di Trapani sia stata originata dalla falce caduta a Cerere mentre sul carro trainato da serpi alati correva per il mondo alla ricerca della figlia rapita dal dio Ade: la falce caduta in mare si mutò in una lingua di terra arcuata sulla quale sorse una città, per tale forma detta appunto Drepanon ("falce" in greco antico). Secondo un'altra tradizione mitologica, Trapani sarebbe invece sorta dalla falce caduta dalle mani di Saturno dopo aver evirato il padre Urano. Saturno era anticamente il dio patrono di Trapani e ancora oggi si può ammirare una statua che lo ritrae posta a ornamento della fontana che si trova in piazzetta Saturno, nel centro storico.

Per altri ancora, Trapani nacque dall'amore sorto tra il cielo e il mare. Per alcuni ricercatori, tra cui l'inglese Samuel Butler, Scherie, la città dei Feaci descritta nell'Odissea di Omero sarebbe proprio l'odierna Trapani.

 
Enea porta sulle spalle il padre Anchise (vaso attico)

Nell'Eneide, fra le avventure dell'eroe troiano Enea, Virgilio racconta quella che lo portò a Drepano (Trapani) in Sicilia, accolto da Aceste, figlio di Crimiso e di Egesta. Qui morì Anchise e qui il pio eroe ne seppellì la salma sul monte Erice tornandovi successivamente dopo la fuga da Didone e celebrando con giochi grandiosi la memoria del genitore, giochi chiamati ludi novendiali, che potrebbero essersi svolti nella piana di Pizzolungo, alla periferia di Trapani. Questa narrazione accredita l'ipotesi che ai tempi di questi giochi esistesse già il piccolo borgo drepanitano.

La fondazione

Al di là delle suggestioni mitologiche, è storicamente accertato che Trapani fu fondata dagli Elimi in una data sicuramente anteriore alla caduta di Troia (1184 a.C.). Dunque, gli Elimi, originari abitanti di Erice, fondarono in pianura un villaggio in prossimità del mare e delle terre coltivate per stabilire un centro di collegamento tra la vetta - in cui essi risiedevano e si rifugiavano per ripararsi da eventuali attacchi esterni - e il posto di lavoro, dove si dedicavano all'agricoltura e alla pesca dalla terraferma. Quando nel IX secolo a.C. i Fenici dalla vicina Cartagine si mossero verso le coste occidentali della Sicilia, trovarono già costruito dagli Elimi il borgo di Trapani e con questi ultimi lo abitarono pacificamente. Il piccolo villaggio di Trapani doveva sorgere su un promontorio, quasi un'isola, più o meno corrispondente all'attuale quartiere di San Pietro (o Casalicchio), diviso dall'entroterra paludoso mediante un canale navigabile che metteva in comunicazione il mare di Tramontana con quello di Mezzogiorno. Con la creazione della colonia fenicia il villaggio doveva contare meno di 500 abitanti. L'immigrazione dei Sicani prima (già insediati nella Sicilia occidentale), e dei Fenici e dei Cartaginesi poi, fece di Trapani una città-emporio per la sua felice posizione geografica.

L'influenza cartaginese

  Lo stesso argomento in dettaglio: Drepanon.
 
Castello della Colombaia

Quando nell'VIII secolo a.C. i Greci fondarono le prime colonie in Sicilia, i Fenici lasciarono che occupassero la parte orientale dell'isola mentre loro si concentrarono nella zona occidentale. Durante l'influenza punica, Drepanon rimase sempre città libera e alleata: si adornò di monumenti, si sviluppò commercialmente, si sganciò politicamente da Erice, molto probabilmente coniò moneta ed ebbe un fiorentissimo cantiere navale. Durante le guerre contro i Greci e Siracusa, Trapani si fortificò e si mantenne saldamente legata alle sorti di Cartagine. Da piccolo borgo, gradualmente giunse a essere una città murata di forma quadrangolare con un perimetro di più di un miglio, tutta circondata dal mare tranne che nella parte orientale. Due porte aperte nel muro di levante assicuravano l'ingresso in città dalla parte di terra. Poco prima del 260 a.C., Trapani subì dunque un nuovo allargamento, alcune torri del vecchio sistema difensivo furono abbattute, mentre se ne fabbricarono delle nuove.

Il generale Aderbale, che vi aveva insediato il comando generale delle forze cartaginesi, sconfisse i Romani nella battaglia di Trapani. In vista dello scontro epocale con Roma, il generale Amilcare - uno dei più grandi capi militari di Cartagine - arrivato in Sicilia nel 249 a.C., fortificò la cinta muraria e il promontorio situato nella penisola posta alla fine della baia più estesa e dotata a meridione di un profondo e vantaggioso porto naturale, trasferendovi una parte degli abitanti di Eryx. Amilcare fece costruire il Castello di Terra con la relativa torre a levante della città, mentre a salvaguardia del porto fece costruire Torre Pali e la Torre Peliade o Colombaia. A quel tempo, la città raggiunse una popolazione di circa 3000 persone. Verso il 250 a.C., Drepanon (Trapani), con Lilybaeum, era una delle ultime due roccaforti cartaginesi in Sicilia.

Dai Romani alla dominazione spagnola

L'importante posizione strategica di Trapani fu utilizzata durante la prima guerra punica nel corso delle battaglie di Monte Erice. Fino al 241 a.C. quando Gaio Lutazio Catulo sbaragliò la flotta cartaginese nella sanguinosa battaglia delle Isole Egadi che pose fine alla guerra. I Romani così conquistarono la città, latinizzandone il nome in Drepanum.

Nella nuova suddivisione amministrativa romana, le città siciliane ricevettero un trattamento differente a seconda della loro condotta durante la guerra punica. Drepanum rientrò fra le 26 città censorie (civitates censoriae) ovvero fra quelle più pertinaci nella resistenza contro i Romani. Nei primi anni fu osteggiata dai Romani, che non le perdonarono la fedeltà a Cartagine, Trapani decadde dallo splendore in cui aveva vissuto sotto l'influenza punica: perdette il cantiere navale, e si spopolò.

Ma grazie al porto, alla sua posizione geografica al centro delle rotte mediterranee alla importante attività di estrazione del sale marino, intrapresa a suo tempo già dai Fenici, e della lavorazione del corallo, quest'ultima già citata da Plinio, ben presto tornò a essere una fiorente città commerciale, fino a soppiantare Lilybaeum nel ruolo di centro più importante della Sicilia Occidentale.

Oltre che con il termine latinizzato Drepanum, il centro è attestato nei testi successivi alla prima guerra punica sia al plurale Drepana (in greco antico τα Δρεπανα) che al singolare Drepanon (in greco antico το Δρεπανον); il primo termine si riferisce probabilmente all'intera area geografica delle baie a forma di falce, mentre il secondo alla città vera e propria, che si doveva concentrare soltanto sulla falce più meridionale e più distante dal Monte Erice.

Dopo i Romani dominarono la città i Vandali, poi i Bizantini, ma fu nel IX secolo d.C. con gli Arabi (che la chiamarono Itràbinis, Taràbanis, Tràpanesch), e poi con i Normanni che la conquistarono nel 1077 guidati da Ruggero I di Sicilia, che la città raggiunse un fervido sviluppo, florida nei commerci e nelle attività culturali, e il porto ebbe grande fermento anche grazie alle crociate. Il porto di Trapani durante il Medioevo fu uno dei più importanti del Mediterraneo: aveva infatti ottenuto, a partire dal 1097 sotto il dominio normanno di Ruggero, una franchigia importantissima che gli consentiva di essere praticamente una porta per l'Oriente, data la sua preziosissima posizione geografica. In quel periodo tutte le più potenti città marinare (Genova, Pisa, Venezia, Amalfi) avevano un consolato nel porto trapanese e, specialmente con le prime due, Trapani aveva l'accordo per fungere da scalo verso i loro possedimenti nell'Africa settentrionale.

Durante l'Ottava crociata guidata da Re Carlo I d'Angiò, la flotta al ritorno da Tunisi, il 20 novembre 1270 approdò a Trapani e qui sbarcarono i crociati, che erano stati contagiati dal morbo della peste. Per evitare il contagio agli abitanti, i componenti della spedizione furono alloggiati fuori le mura della città e affidati alle cure dei Carmelitani della piccola Chiesa dell'Annunziata. Il contagio, però, invase ugualmente Trapani, e le popolazioni vicine.

 
Pietro III di Aragona sbarca a Trapani

Dopo un breve periodo sotto gli Angioini, Trapani partecipò attivamente alla sollevazione dei Vespri siciliani sotto la guida di Palmerio Abate, e il 30 agosto 1282 la flotta di Pietro III di Aragona comandata dall'ammiraglio Ruggero di Lauria sbarcò a Trapani per dare sostegno ai siciliani contro gli angioini. Alle truppe la città fornì rifornimenti e denari per proseguire la guerra[1].

Filippo I d'Angiò, principe di Taranto, che era stato nominato dal Papa vicario generale del Regno di Sicilia, preparò l'invasione dell'isola nel novembre del 1299, con cinquanta galee e numerose truppe e cavalieri, e assediò Trapani. Federico III di Sicilia riunì i suoi a Castrogiovanni e marciò per togliere l'assedio a Trapani. Gli eserciti angioini e di Federico si scontrarono nella battaglia della Falconaria nella piana delle odierne frazioni di Marausa e Locogrande. Sconfitti gli angioini e fatto prigioniero lo stesso principe, Federico III entrò in città[2].

Durante il XIV e il XV secolo la città si ingrandì e divenne il centro economicamente e politicamente più importante della Sicilia occidentale. Nel 1459, da semplice Terra diventava Civitas. Nel 1478, Ferdinando il Cattolico concesse alla città il titolo di Invittissima per via «delle gloriose resistenze fatte sempre ai nemici del regno». Nel 1492, a causa della persecuzione antisemita della Spagna, anche gli ebrei della fiorente comunità di Trapani dovettero abbandonare la Sicilia.

Il 20 agosto 1535 Carlo V, arrivò a Trapani dopo aver sconfitto la flotta turca. La città si era ormai talmente affermata nello scacchiere geopolitico dell'epoca da meritare dallo stesso Carlo V l'appellativo di "Chiave del Regno". Durante la sua permanenza a Trapani, Carlo V giurò di mantenere i privilegi della città, compreso quello con cui il Senato poteva conferire lauree in medicina, fisica, teologia, matematica, belle arti e giurisprudenza (Drepanum Urbs Invictissima ubi Caesar primum juravit). Nel contempo a cavallo del XVI secolo, la città fu fiaccata dalla lotta tra le primarie famiglie dei Fardella e dei Sanclemente; le violenze perpetrate dai sostenitori di una famiglia a danno di quelli dell'altra erano divenute così frequenti che fu la cittadinanza stessa a richiedere che cessassero: il 15 settembre 1550 si venne ad una riconciliazione sancita dal matrimonio di Giovanni Sanclemente, barone di Inici, con Allegranza Fardella, e da quello di Bartolomea Sanclemente, sorella di Giovanni, con Cristoforo Fardella, III barone di Fontanasalsa[3].

Nel XVII secolo Trapani conobbe un periodo di decadenza soprattutto a causa delle insurrezioni dovute a carestie (come quelle del 1647 e del 1670-1673) e pestilenze, come quella del 1624.

 
Trapani nel XVI secolo

Dai Borboni al fascismo

Il XVIII secolo vide quasi raddoppiare la popolazione trapanese che passò da circa 16.000 a 25.000 abitanti favorendo così il completamento di aree non edificate e la trasformazione urbanistica degli antichi quartieri. Il commercio rimase in vita solo grazie alla ricchezza derivante dalla produzione locale, dal momento che la città da tempo non si trovava più al centro dei traffici marittimi che dal Mediterraneo si erano spostati definitivamente verso l'Atlantico. Trapani restava importante dal punto di vista militare per la sua posizione geografica nel sistema difensivo del regno di Sicilia.

Dopo le brevi parentesi sabauda (1713) e austriaca (1720), dalla seconda metà del Settecento inizia il dominio borbonico nei due regni di Sicilia e di Napoli (1738), nel 1816 unificati nel Regno delle Due Sicilie e che continuerà fino al 1860. I Borboni procedettero alla bonifica di alcune aree della città e al suo sviluppo urbanistico. In questo periodo i trapanesi si dedicano al commercio e all’industria. Fiorente è l’attività marinara, così come le industrie del sale e le tonnare. Dopo una poco rilevante partecipazione alla sollevazione popolare del 1820, Trapani partecipò attivamente invece ai moti del 1848-1849, sanguinosamente repressi. Occupata nel maggio del 1860 dai garibaldini sbarcati a Marsala, si pronunciò con il discusso plebiscito per il Regno d'Italia. Il 5 giugno 1881 fu inaugurata la ferrovia Palermo-Trapani con i suoi 195 km, ma passando per Mazara del Vallo e Marsala, quasi il doppio del percorso, e solo nel 1937 sarà realizzata la linea diretta.

Alla fine dell'Ottocento, Trapani perse la qualifica di piazza d'armi: la cinta muraria fu quasi interamente abbattuta e si procedette allo sviluppo urbano verso es,t secondo i nuovi canoni razionalisti dell'architettura contemporanea. Dopo la Prima guerra mondiale (durante la quale Trapani ebbe circa 700 caduti[4]), la città visse la sua piccola Belle Époque: una intraprendente borghesia urbana si rese protagonista di uno sviluppo non indifferente: le industrie legate alle saline, alle tonnare, al vino, all'olio fecero di Trapani una città particolarmente dinamica non solo dal punto di vista economico ma anche culturale. Diversi e prestigiosi edifici in stile liberty (la Casina delle Palme, il Palazzo delle Poste, ecc.) e neoclassico fecero la loro comparsa tra gli anni venti e gli anni trenta del Novecento. Nel 1924, dopo una sua visita in città, Mussolini (che fu insignito della cittadinanza onoraria) decise di inviare a Trapani il prefetto Cesare Mori che, dopo poco più di un anno, fu trasferito a Palermo con poteri straordinari per la repressione del fenomeno mafioso. Nel 1928 visitò Trapani il fondatore del Futurismo Filippo Tommaso Marinetti, che dedicò una poesia alla città [5].

 
La città vecchia vista dalla "Litoranea"

Durante il Ventennio fascista sorsero il Palazzo delle Poste, il palazzo dell'intendenza di Finanza, il palazzo della Prefettura, l'ospedale psichiatrico e quello di Torrebianca, l'ospizio marino, il palazzo dell'ammiragliato e gli aeroporti di Milo e di Chinisia. Nel 1937 nelle campagne di Trapani si svolsero le grandi manovre militari, alla presenza del re Vittorio Emanuele III e di Mussolini. La tragedia della Seconda guerra mondiale vide Trapani impegnata come porto e base sommergibilistica di primaria importanza e, con il locale Aeroporto di Trapani-Milo, la città divenne punto di collegamento dei rifornimenti per le truppe dell'Asse in Nordafrica. Fu bombardata sia dai francesi (giugno 1940), sia dagli angloamericani (1943), subendo la distruzione dell'intero quartiere storico di San Pietro e la morte di seimila persone. Ben ventotto furono le incursioni aeree che devastarono la città, collocandola al nono posto dei capoluoghi di provincia italiani bombardati. Il 22 luglio 1943 le truppe alleate di Patton giunsero nella piazza di Trapani trovando una città stremata.

Dopo l'occupazione si segnalarono alcuni episodi di sabotaggio contro gli Alleati che emisero alcune condanne a morte verso giovani fascisti, tra cui il futuro parlamentare missino Dino Grammatico, successivamente tramutate in oltre un anno di carcere.

Età contemporanea

File:Campo spalti.jpg
foto aerea della città negli anni '50

Nel referendum del 1946, Trapani si schierò, unica provincia siciliana ed unica a sud di Roma, in maggioranza per la Repubblica. Tra il 1950 e il 1965 vi fu una lenta ripresa delle attività industriali e commerciali, ma la città non si risollevò mai del tutto dalla crisi dell'immediato dopoguerra ripiegando anonimamente nel terziario e nelle attività connesse al suo ruolo politico e amministrativo di capoluogo di provincia. Il terremoto della Valle del Belice del gennaio del 1968 provocò morte e dolore anche nella città di Trapani. Altri lutti con l'alluvione del 1965 e con quella del 5 novembre 1976 che provocò 16 morti, finché negli anni ottanta fu completato un canale di gronda ai piedi del Monte Erice.

Con gli anni novanta la città si è proposta con più convinzione, rispetto al passato, come meta di interesse turistico, storico, culturale e sportivo attraverso piani di riqualificazione del centro storico, la realizzazione di nuove infrastrutture urbane, l'incremento di attività ricettive, di ristorazione e di intrattenimento, e con una più spiccata attenzione alla valorizzazione del suo ingente patrimonio storico, architettonico e naturalistico.

Negli ultimi anni la città ha assunto anche una connotazione internazionale con eventi di indubbia importanza sia culturale, come le mostre su Caravaggio, su Leonardo Da Vinci[6] e del Crocifisso Ritrovato di Michelangelo, sia sportivo con alcune delle fasi della America's Cup.

Simboli

File:Trapani-Stemma.png
Lo stemma

«Di rosso, al ponte di tre archi, l'ultimo incompleto, sostenente cinque torri, delle quali la seconda più alta, il tutto di oro, murato di nero, posto sopra un mare fluttuoso di azzurro e di argento, e sormontato da una falce d'oro, posta in fascia, con la impugnatura a destra e la punta rivolta verso la punta dello scudo. Blasonatura rosso granata»

 
Palazzo Cavarretta, sede del Municipio

Lo stemma della Città di Trapani ne racconta la storia attraverso una simbologia specifica. La falce che sormonta le torri richiama immediatamente la forma falcata della penisola sulla quale si adagia la città di Trapani («Drépanon» in greco vuol dire falce) rimandando, inoltre, alla fertilità delle campagne circostanti.

Le cinque torri rappresentano le prime cinque torri che difendevano il nucleo della città: la Torre Pali, oggi scomparsa, che si trovava nel rione Casalicchio (San Pietro); la Torre Vecchia, incorporata nell'ex Palazzo Carosio all'angolo tra via Carosio e via delle Arti; la Torre di Porta Ossuna che si trova dove oggi si erge la Torre dell'Orologio adiacente a Palazzo Cavarretta; la Torre del Castello di Terra, il maggiore presidio dell'antica cinta muraria visibile ancora oggi alle spalle degli uffici della questura; la Torre Peliade o del Castello di Mare detta anche "Colombaia" situata ancora oggi sull'isolotto omonimo all'imboccatura del porto.

Per quanto riguarda i tre archi che formano il ponte che regge le cinque torri, lo storico Benigno da Santa Caterina, nel suo manoscritto Trapani profana del 1812, spiega che un ponte di tre archi univa il fossato alla Porta Borbone «che conduceva ad un grande rivellino col secondo corpo di guardia, e tutto cinto di cannoni di grosso calibro»[7]. Altre fonti rimandano, invece, alle antiche porte di accesso alla città, mentre un'altra ipotesi si riferisce all'antico acquedotto che collegava il centro urbano alle sorgenti di campagna lungo il tratto di strada che prende oggi il nome di via Archi. L'incompletezza dell'ultimo arco è, secondo alcune interpretazioni, il risultato di un remoto errore grafico che si è perpetuato nei secoli[8].

Onorificenze

La città di Trapani è la XIV tra le 27 città decorate con Medaglia d'Oro come "Benemerite del Risorgimento nazionale" per le azioni patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento. L'onorificenza fu assegnata nel 1898 dal re Umberto I. Il 31 dicembre 1961 Trapani è stata insignita dal Presidente della Repubblica Antonio Segni della Medaglia d'oro al valor civile per le numerose vittime subite nel corso dei bombardamenti degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale.

«In ricompensa della parte presa da quella cittadinanza agli episodi gloriosi del 1848. Trapani, che aveva già partecipato ai moti di Sicilia del 1820, fu una tra le prime città dell’isola a sollevarsi nuovamente, nel gennaio 1848.»
«Oggetto di continui bombardamenti, resisteva impavida alla furia nemica, offrendo alla Patria l'olocausto di seimila dei suoi figli migliori. 1940 - 1945»

Note

  1. ^ Come riportato da Siciliapaisi
  2. ^ [1]
  3. ^ [2]
  4. ^ http://www.cimeetrincee.it/trapani.doc
  5. ^ Nordica miscela d’acqua anice cielo mare Trapani
    ingabbiato di gru metalliche galleggianti
    e torbide scritture di pioggia grafomane in necrologie
    L’innocenza di quel sale bianco nello schifazzo
    sotto la vela tesa e sporca di vita vissuta, va
    Freddi astratti mulini delle saline
    tetti di tegole accovacciate sul sale virginale per difenderne la pura
    amarezza dal peccato dolcissimo
    ...
    Trapano di Trapani
    Trapano coloniale nell’africa vicina. |F.T. Marinetti, Il porto di Trapani invernale, 1928, da Salvatore Mugno, Trapani futurista, Palermo, Isspe, 1995. Il testo completo qui
  6. ^ Il genio di Leonardo a Trapani dopo aver fatto il giro del mondo, in Giornale di Sicilia, 4 giugno 2010. URL consultato il 30 settembre 2010.
  7. ^ trapaninostra.it/trapaniantica.it, Drepanum e stemma di Trapani (JPG), su trapaninostra.it.
  8. ^ [3]

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni