L'indice insulinico è un parametro che misura la produzione di Insulina nell'organismo in risposta all'ingestione di un qualsiasi alimento. Esso quindi rappresenta l'effetto di un alimento esclusivamente e direttamente sull'insulinemia, e non sulla glicemia, permettendo una valutazione più precisa della risposta insulinica[1].

Si tratta di un valore emerso in tempi più recenti rispetto all'indice glicemico, ma che permette di valutare più precisamente qual è la risposta insulinica di tutti i cibi, dato che l'inidice glicemico tiene conto solo dell'innalzamento della glicemia in relazione all'impatto dei carboidrati, ma non della produzione di Insulina per cibi estranei agli stessi carboidrati[2]. Il parametro dell'indice glicemico non considera una completa ed accurata valutazione di tutti i cibi ed i loro effetti sul metabolismo del glucosio. L'indice insulinico al contrario permette di valutare se un qualsiasi alimento, non necessariamente un carboidrato, sia in grado di provocare una risposta insulinica bassa, elevata o moderata[1]. Effettivamente l'impatto dei macronutrienti sulla glicemia è, del 90-100% per i carboidrati, del 50% per le proteine e del 10% per i grassi, e ciò conferma che non sono solo i carboidrati ad incidere sulla produzione insulinica, ma anche proteine in maniera moderata, e grassi in maniera molto blanda[3], cosa che l'indice glicemico non considera.

Il primo studio sull'indice insulinico è stato condotto da alcuni ricercatori del dipartimento di biochimica dell'Università di Sydney nel 1997, Susanne HA Holt, Janette C. Brand Miller, e Peter Petocz, che venne pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition[4]. Si è notato infatti che certi cibi, come quelli proteici, sembrano causare un incremento della risposta insulinica nonostante l'assenza di carboidrati[1]. Le proteine, nello specifico gli aminoacidi che le compongono, provocano un moderato stimolo alla produzione dell'ormone[5]. Alcuni aminoacidi (detti "aminoacidi insulinogeni"[6]), oltre ai carboidrati, risultano i nutrienti che stimolano maggiormente la secrezione di insulina. Tra questi, si citano principalmente arginina, leucina, lisina[7], valina[8], fenilalanina, e glutammina[senza fonte] (leucina, valina, lisina, fenilalanina sono aminoacidi essenziali).

Inoltre, anche altri cibi sembrano causare una sproporzionata reazione insulinica rispetto al carico di carboidrati[5]. I livelli di glucosio e insulina sono altamente correlati, ma un cibo altamente proteico e prodotti di pasticceria (ricchi di grassi e carboidrati raffinati) provocano una risposta insulinica sproporzionalmente più alta rispetto alla risposta glicemica. Altri esperimenti hanno dimostrato che i livelli di Insulina vengono ulteriormente incrementati mescolando carboidrati con proteine (o aminoacidi) e/o grassi[8][1][3], e in questo senso sarebbe quindi più corretto parlare di indice insulinico, dato che la risposta insulinica in molti casi non è strettamente proporzionale alla risposta glicemica.

Anche altri cibi al di fuori dei carboidrati quindi influiscono sulla stimolazione dell'ormone insulina. Per esempio cibi ricchi di proteine, o l'aggiunta di proteine ad un pasto glucidico, possono stimolare un modesto incremento della secrezione di insulina, senza incrementare però la concentrazione di zuccheri nel sangue. Analogamente, aggiungendo grassi ad un pasto altamente glucidico incrementa la risposta insulinica, nonostante i livelli di glucosio plasmatico siano proporzionalmente ridotti[1].

La Holt e colleghi hanno testato solamente 38 tipi di cibo[9], ed hanno dimostrato ad esempio come la carne e il pesce abbiano un ridotto indice glicemico, ma un medio indice insulinico, mentre lo Yogurt presenti un medio indice glicemico ed un indice insulinico molto elevato[1].

Si deduce quindi che esiste uno stretto rapporto tra l'indice glicemico e l'indice insulinico, dato che se il primo è alto, conseguentemente lo sarà anche il secondo. Tuttavia può non essere il contrario; quando un alimento ha un alto indice insulinico, ovvero provoca una forse risposta insulinica, non è detto abbia un indice glicemico altrettanto alto[2]. Si precisa comunque che un'elevata produzione di insulina provocata da sole fonti proteiche, se assunte separatamente dai carboidrati, ha poca probabilità di portare all'accumulo di grasso proprio per l'assenza di glucidi nel pasto. Ma anche non escludendo questa possibilità, l'ipotetico accumulo sarebbe comunque proporzionalmente inferiore se paragonato alla stessa quantità di insulina provocata dai glucidi. Il problema quindi rimane il controllo dell'insulina in stretta correlazione ai glucidi, o dalla mescolanza tra glucidi e/o protidi e/o lipidi (poichè questi ultimi due provocherebbero un'ulteriore produzione di insulina rispetto ai soli glucidi).

L'indice insulinico potrebbe comunque rappresentare un valore importante per controllare i livelli di produzione insulinica e per trattare casi di Diabete mellito di tipo 2[10] e l'iperlipidemia[5].

Questi studi inoltre mettono fortemente in discussione l'efficacia di alcune diete che si basano solo sull'indice glicemico dei glucidi, come la Dieta Zona e il metodo Montignac[2].

Qui riportate le parole della prof. Jannie Brand-Miller riguardo all'indice insulinico nell'ultima versione del suo libro "The New Glucose Revolution":

(EN)

«While it's clear that the insulin demand exerted by foods is important for long-term health, it doesn't necessarily follow that we need an insulin index of foods instead of a glycemic index. When both have been tested together, the glycemic index is extremely good at predicting the food's insulin index. In other words, a low-GI food has a low insulin index value and a high-GI food has a high insulin index value. Furthermore, the level of glucose in the blood is directly related to adverse reactions such as protein glycosylation (linkages between glucose and protein) and oxidative molecules.

There are some instances, however, where a food has a low glycemic value but a high insulin index value. This applies to dairy foods and to some highly palatable energy-dense "indulgence foods." Some foods (such as meat, fish, and eggs) that contain no carbohydrate, just protein and fat (and essentially have a GI value of zero), still stimulate significant rises in blood insulin.

At the present time, we don't know how to interpret this type of response (low glycemia, high insulinemia) for long-term health. It may be a good outcome because the rise in insulin has contributed to the low level of glycemia. On the other hand, it may be not-so-good, because the increased demand for insulin contributes to beta-cell "exhaustion" and the development of type 2 diabetes. Until studies are carried out to answer these types of questions, the glycemic index remains a proven tool for predicting the effects of food on health.[9][10]»

(IT)

«Mentre è chiaro che la richiesta di insulina esercitata dai cibi è importante per la salute a lungo termine, non sarebbe necessario che utilizziamo l'indice insulinico dei cibi al posto dell'indice glicemico. Quando vengono testati entrambi assieme, l'indice glicemico è estremamente valido nel prevedere l'indice insulinico dei cibi. In altre parole, un cibo a basso indice glicemico ha [solitamente] un basso indice insulinico. Inoltre, i livelli di glucosio nel sangue sono direttamente correlati a reazioni avverse come la glicosilazione proteica (l'unione tra glucosio e proteine) e molecole ossidative.

Ci sono tuttavia alcuni casi, in cui un cibo ha un basso indice glicemico ma un alto indice insulinico. Questo discorso va applicato ai latticini e qualche cibo appetitoso altamente energetico. Alcuni cibi (come carne, pesce e uova) che non contengono carboidrati [in realtà li contengono in quantità minime e irrilevanti[11]], ma solo proteine e grassi (ed hanno praticamente un IG pari a zero), riescono ancora a stimolare significativamente l'Insulina plasmatica.

Attualmente, non sappiamo come interpretare questo tipo di risposta (bassa glicemia, alta insulinemia) per la salute a lungo termine. Potrebbe essere una conseguenza positiva perché l'incremento dell'insulina contribuisce ad abbassare i livelli della glicemia. D'altra parte, potrebbe non essere buono, poiché l'incrementata richiesta di insulina contribuisce a provocare l'esaurimento delle cellule beta del pancreas e lo sviluppo del diabete di tipo 2. Fino a quando non verranno condotti studi per rispondere a queste domande, l'indice glicemico rimane uno strumento comprovato per prevenire gli effetti [negativi] del cibo sulla salute.»

Tabella dell'indice insulinico[4]

Nello studio dell'indice insulinico sostenuto dalla Holt e colleghi vengono confrontati 38 tipi di cibo con dei parametri particolari: il "punteggio glicemico" e il "punteggio insulinico". Il punteggio glicemico si distingue leggermente dall'indice glicemico, anche se entrambi esprimono la velocità con cui i carboidrati contenuti in un alimento vengono digeriti o convertiti a glucosio ed entrano nel circolo ematico. La sostanziale differenza tra i due parametri consiste nel fatto che, mentre l'indice glicemico misura la velocità con cui si alza la glicemia in riferimento ad una quantità di carboidrati di 50g per una data fonte alimentare, per il punteggio glicemico il valore è riferito ad una quantità energetica pari a 1000kj (kilojoule) di una determinata fonte alimentare.

Il joule è un'unità di misura derivata del Sistema internazionale (SI) che misura l'energia, il lavoro e il calore (in quest'ultimo caso può sostituire l'unità di misura della Caloria). Il kilojoule (kJ) è l'equivalente di 1000 joule, quindi 1000 kj sono equivalenti a 1 milione di joule.

1000 kj a loro volta sono convertibili in circa 239.005 kcal.

Ricordando che:

  • I lipidi contengono 9,4 kcal/g equivalenti di 37 kj.
  • L'alcol contiene 7 kcal/g equivalente di 29 kj/g.
  • I protidi e glucidi contengono 4,1 kcal/g equivalenti di 17 kj.

Nella tabella sotto rappresentata, il valori del "punteggio glicemico" e quello "insulinico" sono calcolati sulla base dell’apporto energetico di 1000kj di un determinato cibo.

Cibo Punteggio glicemico Punteggio insulinico Punteggio di sazietà
Cereali per la prima colazione
All-Bran 40 ± 7 32 ± 4 151
Porridge 60 ± 12 40 ± 4 209
Muesli 43 ± 7 46 ± 5 100
Special K 70 ± 9 66 ± 5 116
Honeysmacks 60 ± 7 67 ± 6 132
Sustain 66 ± 6 71 ± 6 112
Cornflakes 76 ± 11 75 ± 8 118
Media: 59 ± 3 57 ± 3 134
Cibi ricchi di carboidrati
Pane bianco 100 ± 0 100 ± 0 100
Pasta raffinata 46 ± 10 40 ± 5 119
Pasta integrale 68 ± 10 40 ± 5 132
Pane di segale 60 ± 12 56 ± 6 154
Riso integrale 104 ± 18 62 ± 11 132
Patatine fritte 71 ± 16 74 ± 12 116
Riso bianco 110 ± 15 79 ± 12 138
Pane integrale 97 ± 17 96 ± 12 157
Patate 141 ± 35 121 ± 11 323
Media: 88 ± 6 74 ± 8
Cibi ricchi di proteine
Uova 42 ± 16 31 ± 6 150
Formaggio 55 ± 18 45 ± 13 146
Carne 21 ± 8 51 ± 16 176
Lenticchie 62 ± 22 58 ± 12 133
Pesce 28 ± 59 ± 18 150
Fagioli al forno 114 ± 18 120 ± 19 168
Media: 54 ± 7 61 ± 7
Frutta
Mele 50 ± 6 59 ± 4 197
Arance 39 ± 7 60 ± 3 202
Banane 79 ± 10 81 ± 5 118
Uva 74 ± 9 82 ± 6 162
Media: 61 ± 5 71 ± 3 169.75
Snack e prodotti confezionati
Arachidi 12 ± 4 20 ± 5 84
Popcorn 62 ± 16 54 ± 9 154
Patatine 52 ± 9 61 ± 14 non disponibile
Gelato 70 ± 19 89 ± 13 96
Yogurt 62 ± 15 115 ± 13 88
Mars 79 ± 13 122 ± 15 non disponibile
Jellybeans 118 ± 18 160 ± 16 118
Media: 62 ± 6 89 ± 7 108
Prodotti da forno
Ciambelle 63 ± 12 74 ± 9 68
Croissant 74 ± 9 79 ± 14 47
Dolci 56 ± 14 82 ± 12 65
Cracker 118 ± 24 87 ± 12 127
Biscotti 74 ± 11 92 ± 15 120
Media: 77 ± 7 83 ± 5 85.4

Voci correlate

Note

  1. ^ a b c d e f There Is a Cure for Diabetes: The Tree of Life 21-Day+ Program. Gabriel Cousens, David Rainoshek. North Atlantic Books; 8 gennaio 2008. ISBN 1556436912
  2. ^ a b c Indice insulinico su albanesi.it
  3. ^ a b albanesi.it - La dieta a zona si è inventata tutto?
  4. ^ a b An Insulin Index of Foods: The Insulin Demand Generated by 1000-kJ Portions of Common Foods" in the American Journal of Clinical Nutrition 1997, Vol. 66: pages 1264-1276 by Susanne HA Holt, Janette C. Brand Miller, and Peter Petocz
  5. ^ a b c Indice insulinico su my-personaltrainer.it
  6. ^ olympian.it - L'ora del cocktail per la forza e il recupero
  7. ^ Physiology and pathophysiology of the islets of Langerhans. Bernat Soria. Springer, 1997. ISBN 0306457024. p. 104
  8. ^ a b Fisiologia energetica, clinica energetica. Ruggero Dujany. Tecniche Nuove, 2001. ISBN 8848111483. p. 374
  9. ^ a b mendosa.com - Insulin Index
  10. ^ a b "The New Glucose Revolution: The Authoritative Guide to the Glycemic Index - the Dietary Solution for Lifelong Health". Jannie Brand-Miller, Thomas M.S. Wolever, Kaye Foster-Powell, Stephen Colagiuri (Author) . Marlowe and Company, 2003, ISBN 1569245061 p. 57-58
  11. ^ I glucidi sono presenti in piccole percentuali (1 % circa) negli organismi animali: il glucosio in tutte le cellule e nel sangue, il glicogeno nel fegato e nel tessuto muscolare.

Collegamenti esterni

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