Raffreddamento laser

insieme di tecniche per raffreddare campioni atomici per mezzo di fasci laser

Il raffreddamento laser (in inglese laser cooling) si riferisce ad un insieme di tecniche sperimentali, sviluppate prevalentemente durante gli anni novanta, che permettono di raffreddare atomi e molecole a temperature prossime allo zero assoluto utilizzando dei fasci laser. Il lavoro su queste tecniche è valso il premio Nobel per la fisica a Claude Cohen-Tannoudji, Steven Chu e William Phillips nel 1997.

Schematizzazione del principio del raffreddamento laser:
1 Un atomo fermo vede luce laser che non è né red-shifted né blue-shifted e non assorbe il fotone.
2 Un atomo che si allontana dal laser lo vede red-shifted e non assorbe il fotone.
3.1 Un atomo che si muove verso il laser lo vede blue-shifted e assorbe il fotone, rallentando.
3.2 L'atomo che ha assorbito il fotone va in uno stato eccitato.
3.3 L'atomo riemette un fotone. Poiché la direzione di emissione è casuale, non c'è una variazione netta dell'impulso mediando su molti cicli di assorbimento/emissione.

Attualmente la temperatura minima raggiunta in un campione di atomi ultra freddi è di 50 picokelvin.[1]

A simili temperature la materia assume comportamenti prettamente quantistici. A seconda della statistica quantistica degli atomi utilizzati, è possibile creare sia un condensato di Bose-Einstein che un gas di Fermi degenere.

Il più comune esempio di raffreddamento laser è il raffreddamento Doppler. Altri metodi sono:

  1. ^ Tim Kovachy, Jason M. Hogan, Alex Sugarbaker, Susannah M. Dickerson, Christine A. Donnelly, Chris Overstreet, e Mark A. Kasevich, Matter Wave Lensing to Picokelvin Temperatures, in Physical Review Letters, vol. 114, n. 14, 2015, p. 143004, DOI:10.1103/PhysRevLett.114.143004.

Bibliografia

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